Nei giorni a cavallo di Ferragosto, l’Italia è stata interessata dal passaggio di perturbazioni, che hanno portato al verificarsi di rovesci temporaleschi, anche intensi, e con forte attività elettrica, in particolare nelle ore pomeridiane. A destare stupore è il numero di incidenti da fulmini, che si sono verificati su strade, spiagge o sentieri in quota, in una manciata di giorni. La domanda che sorge spontanea è se si stia assistendo a un incremento in frequenza dei fulmini che cadono dal cielo. O se il problema risieda nella scarsa prevenzione e attenzione di chi si trovi in ambiente outdoor, in giornate in cui siano previsti temporali.
La risposta non è univoca. Alla prima parte della domanda sta cercando di fornire riscontro la scienza. I meteorologi e i climatologi, da tempo affermano che, in conseguenza del cambiamento climatico, vi sia da prevedere un incremento dei fenomeni estremi. L'aumento dei temporali intensi è una conseguenza diretta del riscaldamento globale. Un'atmosfera più calda trattiene una maggiore quantità di vapore acqueo, che rappresenta il combustibile alla base della formazione dei cumulonembi, le nubi temporalesche. Di conseguenza, i temporali diventano più violenti, e spesso si caratterizzano per la presenza di rovesci di grandine e intensa attività elettrica, dunque fulmini. Studi scientifici sono in corso per quantificare il fenomeno.
Oggi i fulmini sono oggetto di un attento studio, e vi è anche la possibilità di visualizzare in real time l’attività elettrica in una determinata regione. Al seguente link, è disponibile ad esempio una mappa dei fulmini che cadono sull’Italia, in tempo reale: https://meteoreportsd.altervista.org/osservazioni-meteo-live/mappa-fulmini-italia/
Sulla seconda parte della domanda, in qualità di Guide Ambientali Escursionistiche, possiamo permetterci di fornire qualche suggerimento, sul come limitare il rischio di esposizione ai fulmini. Consigli utili a evitare di farsi prendere dal panico e affrontare in sicurezza l’eventualità di un temporale durante una escursione.
Il primo punto da chiarire è cosa si intenda per temporale, che non è da considerarsi sinonimo di pioggia. Sotto la classica pioggia, si cammina. Essenziale è ricordarsi di mettere nello zaino una mantellina o una giacca impermeabile e avere ai piedi degli scarponi idrorepellenti. Ma con il temporale, la faccenda cambia. Si tratta infatti di rovesci di pioggia intensi, talvolta accompagnati da grandine e fulmini. I rischi, in caso di temporale, sono essenzialmente due. Il primo, più banale, è che in una manciata di minuti, se non correttamente equipaggiati, ci si ritrovi totalmente fradici. Il secondo, non banale, è il rischio di folgorazione.
In caso di arrivo di un temporale, bisogna dunque saper valutare se ci si trovi in condizioni di rischio e prendere decisioni consequenziali.
Quando pensiamo ai fulmini, l’immagine che comunemente viene alla mente è quella del fulmine che scende da una nube verso il suolo. Ebbene, si tratta di una delle tipologie di fulmini, a cui bisogna prestare attenzione in alta quota. Il fulmine nube-terra rappresenta il fenomeno più frequente. Vi sono poi il fulmine intranube, ovvero una scarica elettrica che si verifica all’interno di una nube, e il fulmine nube-nube, una scarica che avviene tra due nubi vicine. Tutte e tre le tipologie sono potenzialmente pericolose per chi si trova in quota.
All’interno del gruppo “nube-terra”, possiamo identificare due diversi tipi di fulmini: i fulmini negativi, che partono dalla base di una nube per scaricare al suolo, e rappresentano la maggioranza dei casi. E i fulmini positivi, molto meno frequenti ma molto più pericolosi, che si originano nella parte superiore del cumulonembo, e possono cadere anche a distanza di decine di chilometri dalla nube, rappresentando il cosiddetto “fulmine a ciel sereno”. La loro maggiore pericolosità si lega alla maggiore intensità della scarica. Importante è dunque non sottovalutare un temporale in avvicinamento, in quanto non è detto che il fulmine cada esclusivamente quando il cumulonembo sia sopra la nostra testa.
Concentrandoci sui fulmini nube-terra, che come anticipato sono nella maggioranza dei casi rappresentati da fulmini negativi, c’è da aspettarsi che la scarica elettrica vada, eventualmente, a colpire il primo bersaglio che trovi lungo la sua traiettoria verso il suolo.
In caso di temporale - premettendo che è sempre meglio non trovarsi all’aperto quando questo arrivi, ma può capitare – bisogna porsi alcune domande essenziali: c’è qualcosa di molto più alto rispetto a noi, nelle immediate vicinanze, o siamo noi il principale, potenziale, bersaglio di un fulmine? Abbiamo in mano, o che sporga dallo zaino, qualche oggetto appuntito che, se colpito da un fulmine, potrebbe trasmettere al nostro corpo una eventuale scarica elettrica?
A titolo prudenziale, è bene allontanarsi da corpi snelli ed elevati, come alberi isolati, pali, tralicci, e riporre nello zaino ogni oggetto, quali bastoncini, bandierine, gonfalone della parrocchia, che potrebbero, oltre che risultare pericolosi, crearci solo ingombro.
Tra le convinzioni diffuse ma errate, vi è il fatto che i bastoncini da trekking possano fungere da potenziali attrattori. È bene sottolineare che il metallo non attiri ma conduca elettricità. In tal senso, qualora la scarica si propagasse via suolo, il bastoncino potrebbe fungere da conduttore. Meglio è dunque riporli nello zaino, evitando, come premesso, che possano sporgere al di sopra della nostra testa, e rappresentare un bersaglio per la scarica del fulmine. Sia oggetti metallici che strumentazioni dotate di batteria, come lo smartphone, possono inoltre tendere a scaldarsi, qualora vengano attraversati da correnti, causando potenziali ustioni. Anche in questo caso, meglio spegnere, o almeno riporre nello zaino, il telefono cellulare.
Immaginando di aver riposto tutto ciò che non sia indispensabile nello zaino, e di esserci allontanati di qualche passo da eventuali bersagli preferenziali del fulmine, cosa si fa? Meglio correre o restare fermi?
Assolutamente da evitare sono le lunghe fughe precipitose, magari per raggiungere l’auto che si trova a 3 km in discesa. Deve essere chiarissimo che il panico è sicuramente molto più pericoloso dei fulmini, dal momento che, su sessanta milioni di abitanti, solo poche decine di persone, in Italia, muoiono a causa dei fulmini. Per contro, secondo i più recenti dati del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, la caduta su sentieri rappresenta la causa di oltre il 40% degli incidenti per gli escursionisti.
Se si notano nelle vicinanze dei ripari, allora la piccola fuga può anche essere vantaggiosa; stiamo parlando di una capanna, un rifugio alpino, una grotta che sia abbastanza profonda da evitare di farci sostare sull’uscio. Ricordiamo sempre che una balma (riparo sottoroccia) o una grotticella di pochi metri, grazie al percolamento, rappresentano un perfetto sistema di trasmissione per la scarica elettrica; in altre parole, non sempre quanto ci ripara dalla violenza dell’acqua ci ripara anche dalla folgorazione.
Nella maggior parte dei casi, la soluzione è attendere sul posto, assumendo la cosiddetta posizione a uovo, accovacciati, magari seduti sullo zaino, avvolti nella mantella impermeabile.
Dato che spesso i nostri clienti non sono adeguatamente attrezzati, alle Guide, come sanno bene coloro che hanno frequentato i nostri corsi di formazione, suggeriamo di portare nello zaino un solido telo in PVC, di quelli utili a coprire la legna o i bagagli. In caso di temporali, il telo può rivelarsi ottimo per coprire un intero gruppo di escursionisti, ognuno accovacciato, come anticipato, sul proprio zaino.
Il temporale solitamente ha una breve durata, vale davvero la pena attendere e poi riflettere con calma sul da farsi. Apriamo a questo punto una parentesi, per comprendere quanto valga la pena attendere sotto un temporale, a rischio di essere fulminati.
Secondo le statistiche, solo il 20-30% delle persone colpite da un fulmine muoiono; molto spesso, inoltre, la morte sopraggiunge per l’assenza di un compagno che sappia praticare il massaggio cardiaco che, dovendo solo riattivare un cuore sano che ha sospeso la sua attività per cause traumatiche, ha successo.
Come abbiamo accennato, nella maggioranza dei casi, il fulmine causa effetti “minori”, quali ustioni, nei punti in cui è passata la scarica elettrica, tipicamente a livello di testa, collo e spalle, danni neurologici temporanei o permanenti o danni sensoriali, eventuali traumi consequenziali a una caduta indotta dalla scarica elettrica.
A livello globale, si stima che i fulmini causino circa 1000 morti ogni anno, per cui, benché una tempesta di fulmini sia particolarmente impressionante, rimanervi folgorati non va certo annoverato tra i principali rischi per l’escursionista.
Come anticipato, secondo le stime, in Italia si verificano annualmente alcune decine di decessi per folgorazione. Il periodo in cui i fenomeni elettrici risultano più intensi è quello estivo. Tra luglio e agosto, con variabilità annuali, si rileva la caduta di alcuni milioni di fulmini.
Negli USA è stato calcolato che la probabilità di essere colpiti da un fulmine nell'arco della vita sia di circa 1 su 15.000, in Italia non si dispone di statistiche simili, ma in ogni caso possiamo affermare che i fulmini non rappresentino il principale pericolo per chi si incammini lungo un sentiero.
Tornando al discorso della fuga precipitosa, rischieremmo esclusivamente di aumentare i rischi: di folgorazione, riparandoci ad esempio sotto un albero; di frana, casomai scegliessimo di ripararci sotto una parete; di caduta, su sentiero, o peggio ancora ,da un dirupo, in caso di corsa lungo un pendio.
Teniamo a mente che la fretta, la paura e il dolore sono cattivi consiglieri. Impariamo ad attendere.
Immancabile è un consiglio preliminare: valutare attentamente i bollettini meteo, non solo nelle giornate che precedono l’uscita, ma anche al mattino stesso, analizzando l’evoluzione delle previsioni e valutando, in conseguenza, se vi sia il rischio di ritrovarsi sotto un temporale, prima di essere arrivati a destinazione del nostro cammino.
Impariamo a dire “oggi no”, ove necessario, o a ridefinire i piani. In queste giornate estive, in cui tendenzialmente il temporale arriva nelle ore pomeridiane, è conveniente programmare delle escursioni nelle ore mattutine, così da essere già in auto o a casa quando i fulmini inizino a cadere dal cielo.
Articolo a cura di Tatiana Marras e Marco Fazion