GIU' LE MANI DALLE GAE!

Abstract lettera aperta
LAGAP, come sindacato delle Guide Ambientali Escursionistiche Professioniste, interviene sul riordino della professione di Guida Turistica in discussione in queste settimane in Parlamento. Nelle bozze di testo  oggi in circolazione vediamo il rischio concreto che la realizzazione di esperienze turistiche combinate ad attività sportive diventino appannaggio esclusivo delle Guide Turistiche. Tali attività economiche sono attualmente svolte con serietà e professionalità in un normale contesto di libero mercato dalle Guide Ambientali Escursionistiche così come dalle Guide Turistiche e da altre figure professionali del turismo, contribuendo al reddito di migliaia di famiglie costituendo una quota importante dell’indotto turistico italiano. Se tale rischio si concretizzasse, LAGAP si prepara a scendere in campo con ogni mezzo lecito per riaffermare il diritto al lavoro dei nostri associati e, a tal fine, chiamerà ad un tavolo operativo le principali sigle di rappresentanza delle Guide Ambientali Escursionistiche. A seguito dell’approvazione del DDL “Disciplina della professione di guida turistica” da parte del Consiglio dei Ministri lo scorso 17 luglio 2023, Lagap (Libera Associazione Guide Ambientali-escursionistiche Professioniste) desidera manifestare al Ministro la propria preoccupazione in merito al testo diramato dagli organi di stampa, testo che rischia di danneggiare gravemente migliaia di professionisti che operano da anni in modo serio e conformemente alle leggi vigenti per lo sviluppo di forme di turismo attivo e sostenibile. Il DDL approvato dal Consiglio dei Ministri e assegnato al Senato con l’atto n. 833 il 2 agosto u.s. definisce l’oggetto della professione di Guida Turistica e le caratteristiche della “visita guidata”, specificando la possibilità per le Guide Turistiche di organizzare “percorsi esperienziali multisensoriali o sportivi” (Art. 2 comma 3). La possibilità di operare con una specializzazione sportiva non meglio specificata viene ribadita all’Art. 7 comma 3 dove si indica come le Guide Turistiche possano acquisire una specializzazione sportiva effettuando percorsi formativi presso le federazioni sportive di riferimento. Tali commi tralasciano molto pericolosamente di definire il rapporto fra gli ambiti operativi della Guida Turistica e quelli della Guida Ambientale Escursionistica, figura professionale che normata in diverse regioni italiane e attualmente considerata “professione non ordinistica in base alla legge 4/2013, operante attraverso il codice ATECO proprio delle Guide Turistiche e degli Accompagnatori Turistici. Qualora tali specializzazioni generino (il comma non è chiaro) una riserva professionale, e non una mera indicazione di merito da spendere coi clienti, inevitabilmente danneggiano anche migliaia di Guide Turistiche che, da decenni, già propongono, in assoluta legittimità,  ai propri clienti esperienze di tipo multisensoriale.  Quanto alla possibilità, per le Guide Turistiche di dedicarsi a tipi di accompagnamento con tecniche di natura sportiva, anche qui si entra in rotta di collisione con le centinaia di aziende di Guide Ambientali Escursionistiche che, da decenni, operano nel campo dell’educazione ambientale e del turismo utilizzando, ad esempio, il rafting, o canoe di vario genere, o il cavallo, o lo snorkeling. Dovranno tutti dotarsi di una Guida Turistica specializzata, mandando a casa qualche migliaio di professionisti? La mancata definizione del rapporto tra Guide Ambientali Escursionistiche, , che hanno investito tempo e spesso molto denaro nella propria formazione professionale, e Guide Turistiche, genera una ambiguità che mette a rischio  la possibilità delle GAE di lavorare legittimamente e nel rispetto della legge, come hanno fatto finora, esponendole a insensate accuse di violazioni di riserve professionali;  dove appare sin d’ora chiarissima l’irragionevolezza e la sproporzione di tale riserva di competenze, che reca, con ogni evidenza, pregiudizio alla garanzia della libertà di concorrenza riconosciuto dalle vigenti normative italiane ed europee. La legge 217 del 17 maggio 1983 (legge quadro per il turismo e interventi per il potenziamento e la qualificazione dell'offerta turistica ) all'articolo 11 aveva stabilito figure professionali in ambito turistico e anche in ambito di turismo sportivo. Queste figure sono state considerate lecite per molti anni, con tanto di elenchi professionali creati dalle Regioni in cui sono a tutt'oggi elencate le persone che hanno ottenuto le varie qualificazioni previste. Questi elenchi, con una eventuale riserva professionale dedicata alle Guide Turistiche, rischiano ora di perdere di ogni valore? Le Guide Ambientali Escursionistiche (GAE) svolgono una professione che richiede una grande preparazione dal punto di vista tecnico oltre che culturale. Basta guardare una qualsiasi edizione di un telegiornale di questa estate per notare il continuo aumento degli interventi del Soccorso Alpino costretti a recuperare escursionisti sprovveduti o impreparati. Il ruolo delle GAE, ben diverso sia da quello delle Guide Turistiche e da quello delle Guide Alpine, consente da anni a migliaia di persone di avvicinarsi in modo sicuro alle attività escursionistiche, grazie alla presenza di professionisti formatisi specificamente in questo ambito, attraverso percorsi formativi selettivi e costosi, incentrati sull’ambiente in cui si svolgono le attività di accompagnamento in natura (sia esso montagna, collina, pianura, ambienti fluviali, lagunari e perfino costieri) e sulle caratteristiche paesaggistiche, culturali, etno-antropologiche e archeologiche delle aree attraversate. Percorsi formativi, in molti casi approvati dalle singole Regioni, che ora rischiano di perdere di valore. Le GAE, il cui accesso alla professione è normato in alcune Regioni e la cui attività è normata dalla legge 4/2013, si sono organizzate nel tempo in associazioni di categoria riconosciute dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy. LAGAP ha depositato da più di quattro anni la definizione delle attività dei propri soci con la seguente definizione sintetica (reperibile anche nel database del MIMIT): È Guida Ambientale Escursionistica o Guida Naturalistica chi accompagna in sicurezza, a piedi o con altro mezzo non a motore (fatto salvo l'uso degli stessi per raggiungere i luoghi di visita), persone singole o gruppi in ambienti naturali, anche innevati, assicurando anche la necessaria assistenza tecnica e svolgendo attività di didattica, educazione, interpretazione e divulgazione ambientale ed educazione alla sostenibilità. Una definizione più estesa, comprendente anche le varie specializzazioni già oggi praticate dai nostri associati (cicloturismo, mountain bike e ciclismo fuori strada, equiturismo, turismo acquatico e subacqueo, turismo someggiato, interpretazione ambientale, turismo escursionistico, speleologia, cammini e pellegrinaggi, accompagnamento di persone con disabilità) è riportata nel nostro sito: https://t.ly/-qMof. Oggi le GAE operanti in Italia sono più di 5.000 e la nostra categoria comprende liberi professionisti, guide parco, collaboratori e dipendenti di tour operator e agenzie turistiche specializzate, che operano nel settore del turismo attivo creando un indotto che da tempo non si può più definire di nicchia. Già nel 2020, la Rete di Imprese Active Italy che raggruppa più di quaranta tour operator del turismo attivo ha stimato un fatturato annuo pari a 50 milioni di euro con 68000 clienti coinvolti. A questo si deve aggiungere il fatturato dei tanti professionisti che operano individualmente e che pagano le tasse e generano ulteriore reddito con un indotto che resta per l’80% su territori che oggi vengono definiti periferici, ma che per le Guide Ambientali Escursionistiche sono il cuore pulsante del Paese. Paesi, piccoli borghi, aree montane soggette a spopolamento, l’entroterra delle isole, parchi e aree protette sono il nostro luogo di lavoro il cui livello di attrattività aumenta di anno in anno e sul cui futuro noi abbiamo investito costruendo le nostre attività professionali, oggi messe a rischio da un testo di legge ambiguo. Attualmente le GAE costituiscono, nel loro piccolo, una valida ed efficace risposta al problema occupazionale, un’efficace soluzione per i più giovani con sbocchi professionali che fattivamente valorizzano il territorio, e non a chiacchiere come abbiamo purtroppo dovuto assistere con progetti estemporanei e quasi sempre senza alcuna risposta in termini di reddito ed occupazione.  Cionostante, a causa del mancato riconoscimento della professione a livello nazionale, le GAE – a eccezione dei pochi professionisti operanti nelle aree protette – si sono viste negare tutti i ristori per la sospensione delle proprie attività durante la pandemia da Covid-19, che invece sono stati destinati alle Guide Turistiche esercitanti con il medesimo codice ATECO. Eppure alle Guide Ambientali Escursionistiche le tasse e i contributi vengono richiesti regolarmente, sebbene il mancato riconoscimento della professione non ci tuteli neppure dall’abusivismo. Leggiamo infatti che uno degli scopi principali del DDL sarà la lotta all’abusivismo, una delle priorità condivise anche da LAGAP e dai suoi associati. Allora ci chiediamo perché non si cerchi di frenare l’esercizio abusivo dell’accompagnamento in natura che elude il fisco attraverso l’utilizzo di associazioni di comodo e mette fisicamente a rischio l’incolumità di migliaia di accompagnati ogni anno che si affidano alla guida di persone non professionali e prive della necessaria preparazione tecnica. Lagap non è disponibile a soccombere a questa ulteriore vessazione che con una legge estiva spazza via competenze, nonché le vite stesse di chi da anni investe nella propria professione, aggiornandosi continuamente e impegnandosi per garantire ai propri clienti la massima qualità dei servizi. Per quanto riguarda la figura delle GAE, in fase di scrittura della legge, LAGAP chiede: 1) Una normativa che disciplini la figura professionale della Guida Ambientale Escursionistica, definendo ruoli e pertinenze e la possibilità di accedere  a luoghi della cultura e/o aree archeologiche a patto che siano strettamente correlati all’ambiente naturale, affinché non   costituisca attività prevalente e comunque sempre nell'ambito di una esperienza escursionistica ambientale; 2) Una sanatoria per tutte le guide escursionistiche che dimostrino di aver lavorato nel tempo nei modi concordati o che abbiano in passato superato con successo esami regionali per figure assimilabili o che siano state riconosciuti tali dalle associazioni di categoria iscritte al Mimit; 3) La definizione delle modalità di accesso alla professione con specifici e regolari esami per le future guide da attuarsi secondo normative ad hoc e l’istituzione di un registro nazionale delle Guide Ambientali Escursionistiche presso il Ministero del Turismo; 4) Definizione di paletti chiari e netti sulle attività delle associazioni di volontariato, che dovrebbero occuparsi di promozione e valorizzazione territoriale, organizzando attività gratuite per i propri soci e non in sostituzione ad eventuali attività professionali (norme che del resto, già esistono in alcuni ambiti e sono ad esempio individuabili per il servizio civile) 5) L’istituzione di un osservatorio speciale sul fenomeno dell’abusivismo e dell’evasione fiscale, di concerto tra istituzioni e le principali associazioni di categoria. Pertanto, Lagap richiede con la massima urgenza al Ministro l’apertura di un tavolo di confronto e si rivolge a tutte le forze politiche, nessuna esclusa, al fine di presentare emendamenti a tutela del lavoro delle Guide Ambientali Escursionistiche, che ne garantiscano la possibilità di continuare a operare nel rispetto della legge e dei territori.  LE GAE ESISTONO E NON RESTERANNO IN SILENZIO